Donne, giovani, eredità ed altri “accidenti”. Il terzo consiglio comunale del 2021

03 Aprile 2021 / By Samuele Animali
Report del Consiglio comunale del 30 Marzo 2021
Question time: biciclette su Corso Matteotti

Per il “question time” il prof. Di Lucchio ha chiesto se le biciclette che passano nell’area di cantiere di Corso Matteotti sono autorizzate. L’assessore ha risposto ”pensavamo il divieto fosse evidente, adesso ci siamo organizzati con dei cartelli” A proposito di cartelli, anche la vecchia segnaletica non era del tutto adeguata. In effetti nelle aree pedonali non è permesso l’ingresso delle biciclette, a meno che non venga esplicitata l’eccezione.

Interrogazioni

Punto di raccolta d’emrgenza plesso Mestica-Carotti
Domanda di attualità formulata dalla Consigliera PD Marguccio: Piazza Federico II è recintata causa cantiere, ma costituisce area di ricovero in caso di pericolo per le scuole presenti a poche decine di metri. L’amministrazione ha risposto che secondo il responsabile della sicurezza del cantiere c’è spazio abbastanza.

Ex filanda Girolimini
Nel 2017 per l’ennesima volta (le segnalazioni risalgono almeno al 2013) i residenti di via Roma e via Asiago lamentano il disagio rappresentato dall’immobile fatiscente ed incustodito nel mezzo del quartiere. Nel 2019 l’amministrazione annunciava “si dà il via al piano di recupero presentato dalla proprietà che ridisegna in maniera innovativa il complesso edilizio”. Lamentammo all’epoca il fatto che il Comune non si fosse ritagliato alcun ruolo nel definire i termini e i contenuti del recupero. A due anni di distanza è di nuovo tutto fermo. All’interrogazione del PD (Fiordelmondo) l’assessore Renzi risponde che “Si tratta di un cantiere privato, non possiamo interferire”. Però (bontà sua) l’assessore ha parlato con la proprietà. Pare che siano venuti a mancare “partner importanti”. Siccome in passato vi si rifugiavano “personaggi poco apprezzabili” l’assessore “si è personalmente raccomandato”.

Manutenzione via Garibaldi
Il consigliere Giampaoletti chiede ragguagli sulla manutenzione di via Garibaldi (sistemata nel 2015). Successivamente ci sono stati dei cedimenti, vanno riparati? E le sedute danneggiate? Verranno potate le piante? E le caditoie? L’assessore risponde che “Le problematiche derivano dalle acque che provengono da più lontano, gli interventi vanno fatti altrove”. Quindi facciamo interventi “altrove”? Per ora no.

Eredità Cesarini
Jesi in Comune torna a richiamare l’attenzione sulla destinazione dell’eredità Cesarini e sul progetto della Casa famiglia voluta da Daniela. Riassumendo: l’amministrazione pensa di prendere due piccioni con una fava, acquistando parte di un immobile privato e agevolando in questo modo il recupero delle ex Giuseppine in Piazza Pergolesi. La consigliera Santarelli sottolinea che il progetto presenta molti punti deboli, come evidenziati nel tempo da diverse associazioni, che hanno proposto delle modifiche. Il Comune afferma di aver fatto “consultazioni” e che i soggetti che oggi evidenziano problemi “non hanno partecipato”. Inoltre che Asp 9 ha confermato la rispondenza alle normative in materia. Ma Asp fa riferimento alle autorizzazioni, mentre le questioni controverse riguardano il tipo di utenza: la struttura non è adatta alle persone in carrozzina (le misure sono state prese senza mobili e i corridoi sono stretti). Non basta l’eliminazione delle barriere architettoniche, peraltro obbligatoria per legge. Quindi par di capire (ma la risposta è stata vaga) che la struttura non ospiterà persone in carrozzina. Altra questione aperta riguarda la destinazione della parte non utilizzata dell’eredità, che è molto consistente (anche in questo caso esiste una “cresta”). Inoltre che, anche se la casa famiglia venisse realizzata prioritariamente, il cantiere rimarrà aperto per parecchio tempo. Ciò in quanto la struttura è solo parte di un piano di recupero privato, su cui per di più è stato riversato il finanziamento (pubblico) per l’ “autorecupero”, già fallito sul San Martino.

Destinazione edificio ex Cuppari
Sempre Jesi in comune chiede conto della scelta di destinare l’edificio ex Cuppari a sistemazione di emergenza per scuole elementari e medie inferiori. A parte l’adeguatezza della struttura (ma non sarà peggio di Palazzo Carotti), ciò significa condizionare fortemente, per il futuro, la fruibilità della bella e funzionale biblioteca con annessa sala di lettura, nonché della sala convegni. Jesi in comune propone di valorizzare queste due risorse destinando quella parte dell’immobile ad un’istituzione culturale (com’era per la Fondazione Colocci) ovvero ad una scuola superiore, magari tramite un accordo o una permuta con la Provincia. Gli spazi per gli istituti comprensivi potrebbero essere più convenientemente organizzati, per esempio, presso edifici come Villa Borgognoni, la palazzina Politi, l’ex Asur di via Gallodoro, la villa di Montecappone. Il Sindaco ha risposto che non è d’accordo, intanto cederà questi locali “già pronti” agli istituti comprensivi che ne avranno bisogno e poi si vedrà. Cioè ci penserà qualcun altro.

Lavori ISS Galilei 
Tra l’altro (ed era oggetto di un’interrogazione successiva presentata da Catani) una scuola superiore all’ex Cuppari c’è già. Provincia e Comune confidano che siano pedissequamente rispettati i termini di ristrutturazione della palazzina B del Galilei in via Ancona (al momento la consegna è prevista proprio a fine 2021) e durante le prossima vacanze natalizie sia possibile far fare le valigie ai ragazzi più grandi e contemporaneamente spostare all’ex Cuppari la Borsellino per consegnare il cantiere all’Arco. Insomma è stato messo in piedi un delicato gioco d’incastri ad anno scolastico in corso. Speriamo bene.

Spostamento fontana dei leoni
La terza interrogazione di Jesi in comune riguarda la vexata quaestio della fontana. L’assessore ha fornito una risposta che più evasiva non si può. Niente indicazioni sul cronoprogramma (sappiamo solo la fine lavori prevista per il 15 Luglio). Confermato che si sposta tutto senza che ancora ci sia un progetto (!). E’ noto da tempo che il progetto originario per il rifacimento di Piazza della Repubblica è stato cestinato perché inadeguato. E comunque non prevedeva la fontana. Quindi: intanto la fontana verrà appoggiata in piazza, perché così vuole il testamento Morosetti, ma il cantiere rimarrà aperto per chissà quanto tempo ancora. Il mosaico di Piazza della Repubblica, che per forza di cose dovrà essere smontato e spostato, non si sa che fine farà. Piazza Federico II non verrà riprogettata, ma solo dotata di “totem tecnologici”. Si spera che almeno venga chiuso il “buco” nella pavimentazione. Con tutto ciò la soprintendenza, così celere (a dire del Comune) ad avallare il restauro di una scritta sui muri dell’ufficio anagrafe, resta muta su questa operazione complessa priva di documentazione progettuale.

Comunicazioni del Sindaco: altri lavori in corso

Nelle proprie comunicazioni il Sindaco ha rimarcato che “a differenza delle amministrazioni precedenti” questa giunta ha messo in cantiere diversi progetti di recupero antisismico delle scuole. Che è buona cosa, anche se per onestà intellettuale va detto che lavori sulle scuole ne sono stati fatti anche prima e che le scelte locali fanno seguito a stanziamenti statali finalizzati particolarmente significativi tra 2015 e 2019. Annuncia anche che iniziano i lavori per portare la banda larga nella zona industriale. Ottima notizia, era ora. Il Comune ci mette i cavidotti.

Cingolani di nuovo

Pino Gullace (compianto da tutti i colleghi consiglieri, in particolare con un commosso ricordo di Lorenza Fantini) viene sostituito da Paolo Cingolani. Un anno o poco più di consiliatura per lui, ma non avrà bisogno di rodaggio vista la sua lunga esperienza politica in vari ruoli e compagini.

Mozioni

Istituto Storia Marche
In occasione di una seduta precedente era già stata approvata un’altra mozione avente per oggetto le vicende dell’Istituto storia marche. La maggioranza non aveva voluto riunire i due atti. Ora della prima mozione (più morbida nei confronti della Regione e per questo approvata) non è dato sapere che fine abbia fatto. Quella di Binci, che era stata rinviata, espressamente chiedeva il rifinanziamento dell’Istituto ed è stata bocciata (Jic ha votato a favore).

Sicurezza
La mozione Giampaoletti sulla sicurezza urbana è stata bocciata dal Sindaco e dunque a ruota dalla maggioranza tutta. Chiedeva di convocare una Commissione sulla sicurezza in cui esaminare misure come il daspo, il taser e l’armamento dei vigili urbani, “per dare maggior sicurezza agli agenti” e poter metterli in strada dopo le 22. La maggioranza ha votato no, precisando più o meno che un po’ di bastonate i vigili urbani potrebbero pure darle, ma del resto non c’è bisogno. Jic ha votato no perché si tratta di provvedimenti di dubbia efficacia, se non controproducenti per le problematiche che generano anche a carico degli stessi operatori.

Ferrovia
Tutti favorevoli all’Ordine del giorno di maggioranza che auspica il completamento del raddoppio della linea ferroviaria Ancona-Orte. Si tratta effettivamente di una infrastruttura strategica e – visto che il Comune può fare poco altro – sottolinearlo è opportuno (e non costa niente).

Body shaming
Alcuni interventi interessanti in occasione della discussione sulla mozione presentata dalla consigliera Gregori per il contrasto al body shaming (approvata). Altri meno.

Atti approvati

Nomina rappresentanti del Consiglio comunale nella Consulta per le donne

Avendo preso molto sul serio la creazione delle Consulte, abbiamo molto animato il dibattito al riguardo. Senza che i nostri colleghi consiglieri raccogliessero più di tanto e questo è piuttosto avvilente.Ma andiamo per ordine.

Jesi in comune, assieme a tutta l’opposizione consiliare, non ha ritenuto di indicare rappresentanti della minoranza nella Consulta per le donne. Ci sono associazioni importanti sul territorio, che rappresentavano anche la maggioranza del coordinamento donne da cui tutto è partito, che hanno scelto di chiamarsi fuori (anzitutto la Casa delle donne). La consulta “per le donne e per le pari opportunità” ha un’impostazione diversa dal Consiglio delle donne che si era ipotizzato. La maggioranza ha scelto di rimuovere la centralità politica del discorso sulle differenze di genere e di assumere un atteggiamento paternalistico. Ne è scaturito un organismo che si configura come una commissione pari opportunità, qualcosa che “aiuta” le donne invece di essere loro espressione (e infatti dentro ci stanno anche gli uomini).

Approvazione del regolamento delal Consulta delle giovani generazioni.                   Si è discusso poi del regolamento della Consulta delle giovani generazioni (non “per” le giovani generazioni: e infatti qui di adulti non ce ne stanno). Per valorizzarne l’importanza noi di Jesi in comune ci abbiamo lavorato sopra a lungo. I lavori preparatori sono stati monopolizzati dai consiglieri di maggioranza, ma a più riprese abbiamo trasmesso delle osservazioni, prima informalmente, poi formalmente. Purtroppo c’è stato poco da fare, in quanto l’idea di discuterne prima di arrivare alla seduta del Consiglio ha cozzato con l’intenzione evidentemente contraria dell’amministrazione. Qui, trasformate necessariamente le osservazioni in emendamenti, la maggior parte di questi è stata bocciata senza discussione, ma anche senza nemmeno una dichiarazione di voto. A sancire il disinteresse per le questioni emerse dall’analisi del testo, ma anche per il lavoro preparatorio svolto dai giovani che erano stati chiamati a collaborare. L’uso sprezzante ed infastidito della prepotenza dei numeri nei confronti dell’opposizione non è invece una novità. Nemmeno mascherata, in questo caso, da un tentativo di giustificazione: si è rifiutato di eliminare una ripetizione (che dunque è rimasta); è stata fatta una dichiarazione di voto poi disattesa senza alcuna giustificazione; un emendamento è stato bocciato per problemi grammaticali (!). Rimane la nuda forza dei numeri a segnare una sfida aperta all’esistenza ed al senso di un Consiglio comunale nel quale si dovrebbero vagliare le decisioni pubbliche alla luce dell’interesse dei cittadini. Per la cronaca, Jesi in Comune ha approvato gli unici due emendamenti della maggioranza e l’atto nel suo complesso. Se non si vuole il meglio prendiamo almeno il buono.
Ci si era concentrati sulle questioni di sostanza, rinunciando alle osservazioni di carattere lessicale ed a quelle meno incisive. La Consulta è correttamente impostata come consulta “dei” giovani (e non come quella “per” le donne). Questo significa che serve a dare un punto dei vista sulle questioni cittadine, e non solo sulle “questioni giovanili” (così avevamo chiesto di eliminare questo limite). Nella stessa direzione, si era cercato di evidenziare il rapporto della Consulta con il Consiglio comunale. Infine era stato proposto di individuare mediante elezione il titolare del posto nel direttivo riservato ad una persona disabile nel direttivo, perché la cooptazione, che invece è prevista adesso, si configura come una sorta di vetrina offerta ad una “categoria”. Nove emendamenti di Jesi in comune su dodici sono stati bocciati. Uno è stato ritirato perché identico ad un emendamento di maggioranza. I due approvati, considerato l’andamento della discussione, sono stati apparentemente presi a caso.

Piano economico finanziario e tariffe dei rifiuti
La tassa rifiuti subisce un aumento lineare dell’ 1,6 per coprire l’aumento dei costi, dovuto (riferisce il dirigente) alla riorganizzazione della raccolta presso la Zipa. Per il covid vengono previsti degli sconti a favore delle attività economiche, che vengono posti a carico del bilancio comunale.

Modifica programma dei lavori pubblici
Riguarda la scuola Martiri. Finalmente si riuscirà a ripartire e magari anche a finire, dopo anni? La prudenza è d’obbligo, si riparte quasi da zero.

Rimozione dei vincoli sugli immobili delle aree Peep
Un precedente tentativo di agevolare il riscatto dei diritti di superficie da parte di chi ha proprietà in aree Peep non ha avuto il successo sperato (era stato avviato nel lontano 2005). Ci si riprova cercando di agevolare ulteriormente i proprietari. C’è anche un altro punto di vista possibile sull’operazione. Il Comune ha un tesoretto da incassare: a quanto ammonta presuntivamente? che ci vogliamo fare? Ripianare bilanci, fare campagne elettorali? O investire? E come? Non si sa. Le risorse aggiuntive andrebbero collegate a politiche specifiche. Specie quando si tratta di patrimonio pubblico e risparmi delle famiglie.

Atto d’indirizzo di maggioranza sull’adozione del piano d’ambito Ata rifiuti                   Dulcis in fundo, o forse meglio in cauda venenum. Si tratta di una pratica già “approvata” in Commissione consiliare dalla maggioranza, che con uno strappo alla logica, alla regola ed alla prassi (a proposito di prepotenza) ha fatto uscire direttamente dalla Commissione un atto di indirizzo, perché serviva a Bacci in quanto c’era imminente una riunione dell’Ata (poi la riunione è stata rimandata). A farla breve, e non si dovrebbe, alcuni Sindaci della provincia di Ancona, capitanati dal Sindaco di Jesi, vogliono sfiduciare l’attuale conduzione politica dell’Ata. Non che abbiano tutti i torti quando criticano l’irresolutezza e gli errori dell’Autorità di ambito. Ora si fanno forti anche del cambiamento di colore dell’amministrazione regionale per andare all’attacco della Provincia, che invece è ancora feudo del centrosinistra e del PD. Nel merito Jesi in comune non ha mai fatto sconti all’Ata, fin da quando invece il Sindaco si presentava in Consiglio in compagnia dei rappresentanti dell’autorità ora così vituperata per far digerire alla città la scelta di fare un grande biodigestore alla Coppetella. Jesi in comune non era contraria al biodigestore, allora come oggi, ma tre erano e tre rimangono i dubbi sugli aut aut già formulati dal Comune di Jesi e respinti dalla maggioranza degli altri comuni della provincia. Anzitutto il dimensionamento, che va rivisto anche perché ormai è chiaro che l’impianto “unico” tale non è, perché altri sono arrivati prima e nessuno potrà imporre ai Comuni dove portare i rifiuti. Così se la capacità sarà troppa, per dare un senso agli impianti i rifiuti dovremo importarli (ma il vero obiettivo sono sempre stati in realtà gli incentivi…). Secondo, la proprietà. Jesi vuole e ribadisce che la gestione ha da essere a partecipazione pubblica, ma a maggioranza privata. Invece sarebbe una garanzia per tutti che in un gioco così delicato da punto di vista economico ed ambientale sia il pubblico a tenere il pallino. Terzo, la localizzazione. Nei documenti formulati a Jesi non è mai specificata, si è ragionato a lungo di Coppetella (a cui è riferito lo studio di fattibilità), poi di punto in bianco Bacci per proprio conto ha deciso di proporre l’ex Sadam, che aveva anche un suo perché, ma non era ciò che era stato discusso. Ora a quanto pare la disponibilità non c’è più. E la localizzazone doveva invece essere la prima cosa da decidere.

Qui l’ordine del giorno e l’intera registrazione del Consiglio comunale:

https://webtv.comune.jesi.an.it/live99-Consiglio-Comunale.html

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